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letture a cura di / reading by Enrichetta Bortolani Impossibile. Da qui bisogna partire. Sapendo che la sfida è sempre e solo con se stessi. I tanti se stessi. Così ho affrontato l'impresa. Barbarica-mente. Respingendo ogni buona volontà di confidare su un bagaglio interpretativo già acquisito. Sottraendo le stampelle su cui poggia, da sempre, la logica del discorso. Rinunciando agli psicologismi, infine, per destabilizzare ogni dato certo. Mettendomi al servizio di un testo che è detto, prima che scritto. Teatrico, direbbe il suo Autore. Nostra Signora dei Turchi è un romanzo breve ma densissimo: ci si sente spaesati, smarriti in un labirinto linguistico, dove il segno continuamente si sottrae alla sua funzione di dare un significato. Il discorso salta in aria, deflagra disarticolandosi in suoni non prescritti, né premeditati. Non c'è storia, ma atti, disarmati e disarmanti di un io sabotatore, che desidera solo dissolversi un un susseguirsi di goffi equilibrismi. La lettura che propongo è il frutto di un lavoro incessante, iniziato molti anni fa, su Carmelo Bene, la Sua immensa opera. Qui, come in altre mie letture, ho cercato di mettere in atto, nel mio piccolo, la lezione del grande Maestro. È un omaggio al Suo genio. Ancora in vita era considerato un Classico del '900. E come Classico verrà presentato agli studenti di alcuni Istituti Superiori di Prato con letture di brani tratti dal romanzo.
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