Daniel Blanga Gubbay, Paola Villani
con / with Joseph Kusendila
e con la collaborazione di / and with the collaboration of Andrea Corsi
produzione / production Pathosformel
coproduzione / coproduction Centrale Fies, Workspace Brussels
in collaborazione con / in collaboration with Contemporanea Festival/Teatro Metastasio Stabile della Toscana
residenze artistiche / artistic residencies Workspace Brussels@Kaaitheater, Workspace Brussels@Les Brittines
con il supporto di APAP Network - Programma di Cultura dell’Unione Europea / supported by APAP Network - Culture Programme of the European Union
Pathosformel fa parte del progetto Fies Factory / Pathosformel is part of the Fies Factory project
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Non si tratta di un manuale: non vi dirà come comportarvi né che cosa fare per togliervi dall’affanno e dall’ingombro di un abbandono. Non ha trama, se non quella dell’indagine dei movimenti amorosi.
(Pier Vittorio Tondelli sui Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes).
Un allenamento di basket ininterrotto e serrato; un rapporto a due che, lasciando lo sguardo scavare dietro l’immagine di atletismo e agonismo, può ancora suggerire l’infinità dei rapporti che esistono al suo interno. Il rapporto tra un uomo e il proprio oggetto ha la stessa complessità relazionale che c’è tra due uomini? Sembra un combattimento feroce con l’oggetto ma diviene la più persuasiva delle conquiste; si carica di un vissuto umano per tornare ad essere improvvisamente solo allenamento: è quasi una coreografia a due, che disegna il rapporto sempre in movimento che abbiamo con l’altro.
It is not a handbook: it will not tell you how to behave or what to do to run away from troubles or from the encumbrance of abandonment. It has no plot, except maybe the investigation of movements of love, just as movements.
(Pier Vittorio Tondelli on Roland Barthes’ A Lover’s Discourse: Fragments)
An unbroken basketball training that, behind the image of athleticism and competition, let the eye perceive the world of relationships and intimacy existing among it. The relation between a man and his object has the same complexity of the one between two men? It looks like a fierce battle with the object but becomes the most persuasive of conquests; it assume the nuances of human life to return suddenly to be just a training: it is a duo choreography with just one man, who sketches the relationship in motion we always have one each other.
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